Agricoltura a misura di natura… per una sana alimentazione bioregionale

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Immagine – Coltivazione intensiva di colza

Si dice che il sistema agricolo industriale abbia consentito di aumentare la produzione  ma a quale costo? Purtroppo, si fa uso di moltissimi veleni, per combattere le malerbe e gli insetti nocivi, come la piralide e la diabrotica. Veleni che poi vanno a finire nell’ambiente e nelle falde acquifere. Non solo questo,  alcuni ambienti politici propongono l’uso di sementi OGM come  ulteriore vantaggio produttivo, ma tale scelta  può rappresentare un serio rischio per la biodiversità, non avendo nemmeno prove chiare sulle conseguenze che alimenti geneticamente modificati potrebbero avere sull’organismo umano ed animale. 

 A parte questo il Circolo Vegetariano VV.TT.  è contrario agli Ogm  anche per i seguenti motivi. La globalizzazione, anche nel settore agricolo, impone una concorrenza così feroce e tecniche agronomiche e produttive che siano in grado di ridurre sempre più i costi di produzione. Anche in Italia quindi vi è la corsa ad una agricoltura intensiva e monocolturale, che ha impedito la tipica rotazione agraria ed ha favorito l’insorgenza di “erbe infestanti” e parassiti resistenti. Da qui l’uso di veleni. La tecnica degli Ogm non farebbe altro che confermare e consolidare questo tipo di agricoltura intensiva monocolturale, che punta tutto alle rese ettaro, ma ci ha tolto i sapori e gli odori tipici dei nostri prodotti agricoli.

Il latte non sa più di niente, sterile e genuino fin che si vuole, ma insapore e senza gusto. Così pure la frutta ed  i formaggi a pasta molle. Purtroppo la tecnica agricola industriale non serve solo per ottenere una ipotetica maggior resistenza ma anche per ottenere patate con più amido, frutta di maggiore dimensione, ecc. tutto a scapito della qualità.

Noi chiediamo una politica che sostenga il mondo agricolo e lo metta in condizione di sopravvivere dignitosamente alle sfide della grande distribuzione e della globalizzazione, permettendogli di dare il meglio di sé con pratiche agronomiche tradizionali e biologiche. Per questo motivo va salvaguardato il prezzo dei prodotti agricoli locali e va emessa una legge che dia trasparenza al mercato, mettendo in condizione il consumatore di riconoscere il prodotto veramente bioregionale, la filiera di produzione e le qualità organolettiche.

È urgente tornare alle sane pratiche contadine della rotazione agraria, dove il contenimento delle malerbe e dei parassiti veniva fatto ruotando sullo stesso terreno varie colture, e nel contempo si salvaguardava la struttura e la sostanza organica del terreno, immettendo letame naturale e favorendo le migliaia di esseri viventi che popolano il sottosuolo e trasformano la sostanza organica in humus. L’uso massiccio di concimi chimici e di veleni  ci ha portato ad avvelenare le falde acquifere e verso una precoce desertificazione dei nostri terreni e la scomparsa dei sapori.

Ora è  tempo di cambiare…..

Paolo D’Arpini – Circolo Vegetariano VV.TT.

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Di questi e simili temi se ne parlerà durante l’incontro Collettivo Ecologista che si tiene a Montesilvano, il 21 e 22 giugno 2014:

http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/2014/05/15/montesilvano_21_e_22_giugno_20.html

 

 

 

 

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