Pellegrinaggio a Cisternino ed il costruttore di talismani bioregionali psicomagici

Trulletto

…in questo giorni ho iniziato un nuovo percorso di scrittura che ho intitolato: il costruttore di talismani, dove racconto alcune storie esemplari che ho vissuto in questi anni trattate sotto una luce fantastica immaginaria a volte anche psicomagica. Per ora nella mia mente ho tracciato un sentiero per cinque storie, poi strada… scrivendo sentirò se riuscirò a riportare sulla carta le sensazioni e le emozioni e i sentimenti vissuti durante la psico transumanza.

Anni fa sono stato invitato da un amico architetto, come resident artist, a un laboratorio di costruzione di una tensostruttura modulare, una sorta di cupola geodetica di canne, da adibire a luogo per la biodanza, presso Cisternino in valle d’Itria.

Nei giorni della comunanza la scoperta dell’ashram dedicato a Babaji. L’incontro con Osho attraverso Renuka, la bellezza autunnale della valle dei sensi ho avuto una specie di corto circuito emozionale. Mi sentivo inebriato dalla energia di ciò che stavo vivendo, il forte senso di panismo lirico mi spingeva a vagare spesso scalzo e a torso nudo per la valle con la Zaira la cavalla di Renuka per percepire con più sensibilità l’intensità del luogo. Nei cesti riportavo cespi di finocchietto maturo pieni di aromatici semi elicriso dolciastro e suadente eppoi noci mandorle fichi prugne. Avevo messo a posto e stavo in un piccolo trullo senza acqua e luce. La sera suonavo e cantavo per il simpatico e caloroso gruppo che si era formato.

Non ho mai riso in vita mia così tanto come in quei giorni. sarà stato per i vini della valle, sarà stato per la forza energetica del gruppo che si era formato attorno alle figure di Renuka devota di Osho e committente dell’opera e Francesco Poli progettista e devoto solo di se stesso.

Abbiamo alimentato e inondato il trullo grande dove si viveva di una energia e carica vitale cosi forte che anche le croste di calce bianca sembrava sprizzassero energia sull’onda delle volte rotonde e chiuse del trullo.

In quei giorni ho conosciuto Hirina disegnatrice e scrittrice di fiabe per bambini, trascorrevamo spesso assieme il pomeriggio seduti su un grande divano lilla sulla piccola aia semicircolare del trulletto, dove stavo, a cantar storie reali e immaginarie. Un giorno lei dice: caro Ferdinando sto scrivendo una serie di storie personalizzate, tipo, una fetta di racconto qua, mezzo chilo di fiaba la, un litro di favoletta sotto, dieci metri di quel racconto sopra. scherzi a parte dimmi cinque nomi e scriverò una fiaba per te. Io ne dissi sei: contadini. asino. trullo. piuma. carte da gioco. gazza.

Quando andai a salutarla alla fine del periodo trascorso in valle lei mi consegnò il manoscritto che riporto nella forma così come trascritta da lei inglese di origine russa.

“C’era un contadino di puglia che sentendosi un po scricchiolante nelle ossa e un po smarrito nelle sue affetti, pensava che era tempo in qualche modo di cambiar vita. ma la cosa da decidere era— a chi lasciare il suo trullo? se lo lasciava da dividere trai suoi tre figli, creerebbe sempre litigiosa loro,chi vorrebbe le stanze migliore etc. se lo vendeva andava in fumo generazioni di amore e cura e sapienza di come si vive in un trullo. sorgerebbe tanti cambiamenti, forse non idonei— forse anche una piscina— che orrore! allora decise di lasciare al destino la scelta. sapeva cheuna gazza ladra che viveva col suo nido su un albero alto vicino— era molto propensa a rubare tutto quello di colorato, lucido o brillante che lasciava fuori sul tavolino. chi sa come si era dicorata il suo nido— con cucchiaini e dio sa che cos’altro. questa volta sarà utile il suo talento di ladra! pensava il vecchio contadino. tiro fuori per sue carte da giocho e scrivo’ dietro ognuno il nome di tutti quelli che abitavano dentro ( o fuori) il trullo, incluso il suo asino. poi lasciò sparpagliate le carte sul tavolo e si nascose, facendo finta di niente. dopo un ora o due la gazza volò giù incuriosita di queste novità. sembrava studiare le carte con cura, poi prese una e volo via al nido. era il jolly, che corrispondeva— all’asino! sarò io l’asino, che non so ne leggere ne scrivere, sussurrò l’uomo un po’ perplesso, gli servì a riflettere. penso’ che la vecchiaia dei contadini spesso potrebbe essere un po’ solitario e triste perché non sapevano leggere, ed aprirsi ad altri mondi lontani. quindi vendette il trullo, comprò tanti libri, prese l’asino e lo caricò di libri per tutte le età, e cominciò a girare le campagne dove tutto quello che arriva è novità. Incoraggiò i nipotini ad insegnare ai nonni il leggere e scrivere, dove non potevano arrivare maestri del volontariato a farlo. Era un percorso irto di difficoltà ed ostacoli (inclusa la preferenza dei nipotini per i videogames) ma alla fine, di un piccolo successo all’altro, la cosa prese consistenza, ed ogni settimana qualche parte—una coppia di vecchietti sorridenti dicevano ” caspita, finalmente so l’alfabeto. ora può cominciare tutto! come vedi, non è mai troppo tardi per imprese creative, per colmare una lacuna grave, e fare qualcosa finalmente per gli altri! Se aspettiamo che lo stato se ne occupi… hanno smesso un 1/2 secolo fa qualsiasi campagna d’alphabettizazione, e si vede! Quale gioia attende chi non esita mai a prendere una nuova via, anche ad 80 anni! Una piuma della gazza fa da segnalibro a ogni nuovo convertito!”

Immaginai subito questo racconto come riferito a me, una sorta di invito, un percorso psicomagico per perseguire virtute e conoscenza, cosi vendetti la casa di legno in campagna caricai la mia adorata asinella Teresa Maria di libri e roba varia e partii.

Ferdinando Renzetti
(continua, forse…)

Renuka

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