Dorodango in nessun altro luogo nel bel mezzo del nulla

Millesettecentottantadue zanzare che ronzano all’unisono dove il diavolo fa pipi nel bel mezzo del nulla e in nessun altro luogo, cosi quasi per caso era sorta  zanzaropoli.

Dorodango era vissuto molti anni in quello strano posto a far brillare il fango per via della qualità della morbidezza e dell elasticità e del colore del fango che trovava dovunque. Dopo tutto quel  tempo si era stancato del clima umido del caldo afoso e delle tante troppe zanzare e aveva deciso di andarsene via, si ritrovo quasi per caso a mediterrando  in un casale di una contrada dove aveva iniziato a ballare a piedi nudi nel fango, tutti lo avevano seguito bevendo vino tra chiacchiere risate e abbracci qui aveva conosciuto Zobeide, ripartiti assieme erano andati a vivere in quella via di quella città, case basse inizi 900 vagamente liberty ora quasi tutte abbandonate con orti e piccoli appezzamenti di terreno sul retro e in quella casupola bassa di mattoni dove Zobeide restaurava mobili e le era stato lasciato in dono da un signore che un giorno le aveva detto: ormai sono vecchio ti lascio il laboratorio con tutti gli attrezzi! Zobeide fu molto felice e in poco tempo raccolse attorno a se e al laboratorio altri amici artistigiani come cristina che lavora il ferro, stefano scolpisce la pietra morbida della Maiella  Raffaella fa oggetti in cuoio Marisa  lavora la carta antonio piccoli lavori in legno così si era formato il collettivo Zobeide artigianato delle idee, ora ne fa parte anche Dorodango con i suoi  oggetti di fango.  tuttora organizza laboratori mostre feste poesia piccoli concerti letture  condivise. avevano poi preso il terreno abbandonato sul retro della casupola e in poco tempo lo avevano rigenerato trasformandolo in colorato orto giardino sinergico. nella piazzetta aia sul fronte, mattoni tronchi libri vetri specchi mobili e tutto quel che riesce ad ammucchiare nel suo orto pieno di conigli e galline. nella piazzetta vive michele  artista riciclatore come una gazza di tutto quel che luce.

Nel suo nido metalli lucenti oggetti strani motori cartelloni  pubblicitari mattoni tronchi libri mobili e quel che riesce ad ammucchiare nel suo giardino pieno di conigli e galline.

Siamo all’oggi anzi domenica prossima ci sarà una festa di autofinanziamento e tesseramento con laboratori artistici polivalenti barilotti di legno macchine per cucire ciambelle di pietra bicchieri di carta code di cavallo e carciofi tanti carciofi ostriche atti di vendita.

I fondi di caffè presenteranno brani dal nuovo

disco: costante assenza mancante presenza

cappello; mela; scopa; triangolo; scrigno; libro; martello

Può esistere un angolo di paradiso bucolico nel bel mezzo della città? A Pescara sì, per di più a Rancitelli, uno dei quartieri più tristemente noti alle cronache locali. l’associazione ha sede in via Sacco, appunto, e si occupa della gestione dell’orto urbano, un piccolo gioiello naturalistico incastonato tra i palazzi di Rancitelli.

Nel nostro orto alberga un riccio, ci sono varie specie di uccelli, tra cui passeriformi e merli, ci sono le rane.  Addirittura sono tornate le lucciole, che in natura sono indicatori della salubrità dell’aria. Se tutto questo ė stato possibile in una città, il  risultato non può che essere considerato una vittoria.

Un luogo dove regna un orto allegro sinergico fiorito macchie di arancioni rossi e gialli che convivono con cavoli verdi blu riflessi argentei verdi spavaldi cromatici gustosi aciduli lamponi gusto di rosso pomodoro! ispirazioni tutte le parti scintille di natura …magia! sonomomenti… questa voglia di cambiamento e’ cio che serve a chi cerca un mondo più vero, ci sono sensazioni che ci fanno sentire più intensamente l’incontro con la terra e i suoi doni

Ostriche  e barilotti di legno

macchine per cucire leoni di pietra bicchieri di carta e code di cavallo

zanzare che ronzano

ciambelle e carciofi

venuta per caso baia inutile

in nessun altro luogo

nel bel mezzo del nulla

sempre diversi sempre uguali

cado in piedi due volte

 

Ferdinando Renzetti

 

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