Treia, 11 novembre 2016 – Aspettando l’estate di San Martino (al freddo e al gelo)

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Negli ultimi anni, a pelle,  gli inverni  mi sono sembrati sempre più freddi. Non è solo una mia impressione dovuta all’età. Tutti ricorderanno il rigore di questi ultimi inverni,  a cominciare dai primi di ottobre sino alla primavera inoltrata. Eppure,  a sentire i metereologi,  dal punto di vista delle temperature medie durante l’anno,  sembrerebbe che il caldo aumenti, dovuto al così detto “effetto serra”.

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Può sembrare strano ma, a detta di alcuni scienziati, gli inverni rigorosi che si succedono in Europa da 10 anni sono legati in gran parte al riscaldamento climatico. A un primo sguardo, il freddo glaciale che si è abbattuto sull’Europa negli ultimi  inverni sembrerebbe  poco compatibile con l’aumento medio delle temperature previsto da qui alla fine del secolo. Agli scettici in materia alcuni scienziati rispondono che le ondate di freddo corrispondono a un raffreddamento temporaneo in seno al riscaldamento globale, anche se un nuovo studio si spinge ancora più in là, dimostrando che l’aumento del termometro è proprio all’origine di questi inverni nevosi e particolarmente freddi.

Colpevole sarebbe lo scioglimento della calotta glaciale artica. Il riscaldamento, due o tre volte superiore alla media, ha portato alla sua costante riduzione  negli ultimi 30 anni e potrebbe anche portare alla sua totale scomparsa nei mesi estivi, da qui alla fine del secolo.
I raggi del sole, che non vengono più respinti dal ghiaccio, riscaldano un po’ di più la superficie terrestre in questa posizione. ”Facciamo conto che l’oceano sia a zero gradi ” spiega Stefan Rahmstorf, specialista del clima dell’istituto tedesco Potsdam. ”E’ così tanto più caldo rispetto all’aria in questa zona polare in inverno. C’e’ allora un importante flusso caldo che risale verso l’atmosfera, che non si verifica quando è tutto ricoperto di ghiaccio. E’ un cambiamento enorme”.
Il risultato è un sistema di alte pressioni che spinge l’aria polare, in senso antiorario, verso l’Europa. Queste anomalie potrebbero triplicare la probabilità di avere inverni estremi in Europa e nel nord dell’Asia.
Godiamoci perciò la  tregua che -si spera-  verrà  l’11 novembre con l’Estate di San Martino ma  contiamo quanti maglioni abbiamo nell’armadio. Infatti il modo migliore per combattere il freddo è quello di vestirsi a “cipolla”.
Buona sorte a tutti!
Paolo D’Arpini
«La nebbia a gl’irti colli

Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’esuli pensieri,
Nel vespero migrar.»
(San MartinoGiosuè Carducci)

 

Articolo collegato: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2016/10/11/altro-che-effetto-serra-secondo-la-nasa-nel-giro-di-pochi-anni-inizia-una-nuova-era-glaciale/

Un pensiero su “Treia, 11 novembre 2016 – Aspettando l’estate di San Martino (al freddo e al gelo)

  1. Effetto serra o glaciazione? Tutte e due – Scrive NASA: “L’allarme degli scienziati: oltre all’effetto serra in corso entro il 2019 potrebbe esserci una nuova era glaciale.” Mio commentino: “Vuoi vedere che alla fine l’effetto serra ci salverà? Che il nostro Sole da qualche tempo fa “le bizze” è vero…” (P.D’A.)

    Commento di Giuseppe Moscatello: “I dubbi si dissolvono grazie alla relazione storica (osservazione dal 1600 ad oggi) assenza di macchie solari – rapido raffreddamento del clima; a maggior conforto l’analisi dei carotaggi artici ed antartici…”

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