Diario di bordo di Caterina Regazzi del 22 gennaio 2017 – Pensando a Treia, a Lucilla, alle vittime del terremoto ed agli animali nella neve…..

L'immagine può contenere: 1 persona, sta dormendo e spazio al chiuso

Domenica 22 gennaio 2017. Stanotte ho dormito benissimo, qui a Spilamberto, la casa è piccola e si riscalda facilmente, non come quella di Treia che ci mette una settimana a riscaldarsi. Inoltre qui fa freddo ma non ha  nevicato,  come a Treia che ha fatto una bella tormenta di neve.  Il letto è caldo ed il pigiama pesante che ho sfoderato per questi giorni contribuisce a dare durante la nottata un senso di accoglienza e di confort. Stamattina quindi mi sono svegliata bene, nessuna angoscia per l’elezione di Trump, il frigo e la dispensa sono pieni, l’elettricità ancora c’è. Ho qui con me il mio dolce compagno Paolo che mi fa tanta compagnia e la cara figliola che studia sempre ed i miei animaletti: Magò (la cagnetta) e Minù, Bianca e Romeo (i gatti)

 

Certo ho ancora negli occhi e nel cuore alcune immagini: l’albergo abruzzese travolto dalla valanga con il suo carico di morte e di lavoro incredibile per raggiungerlo e per tirare fuori i sopravvissuti, le foto di alcuni animali che vivono da giorni in mezzo alla neve…con animali che muoiono o partoriscono in mezzo alla neve neonati che muoiono in breve tempo. Mi è capitato di pensare a quanto avrebbe sofferto di ciò la nostra Lucilla, se fosse stata ancora tra noi. 
 
Ricordo come amava le sue capre e ricordo ancora quella foto in cui a gambe larghe, con un biberon , allattava un piccolo agnellino nero. Chissà se i soccorritori sono riusciti a spostarli in qualche posto riparato, ho letto tanti appelli su internet, alcuni li ho rilanciati, ma credo che il problema maggiore non fosse trovare un edificio vuoto, o almeno, non solo quello, ma il trasporto. Chi va ad avventurarsi in quella zona con un camion che magari non riesce neanche ad arrivare in quei luoghi?
 
Qui stiamo a casa al caldo, ripeto, di cibo ne abbiamo in abbondanza, ed io mi cimento in qualche ricetta vecchia e nuova (frittata, pizzoccheri, insalata con verza, finocchio e avocado, castagnaccio), per sfamare la mia figliola ed il mio compagno, oltre a me, naturalmente, cercando di fare il meglio possibile, ma mi resta nel cuore un senso di vuoto, d’impotenza…. Questa situazione meteo e di terremoto mi da un senso di precarietà. 
 
Ho scritto qualche sms ad amici che vivono nelle zone colpite e dalle loro risposte mi sono sembrati alquanto in balia degli eventi, del resto che si può fare quando per un giorno resti senza elettricità e quindi anche senza riscaldamento? Forse anche per questo mi sento un po’ giù. Lo so, non devo, ma a volte mi prende così. Passerà. Domani è un altro giorno.
 
Caterina Regazzi
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