La seduzione della finzione e la verità della sostanza

Viviamo in un mondo dove il falso e l’artifizio hanno preso il posto del vero e del semplice. Questo è il meccanismo della “seduzione” -dell’apparenza-  che prende il posto del “naturale” dell’intrinseca verità.

“Se-ducere” letteralmente significa “condurre a sé”  e ciò avviene attraverso una caleidoscopica mascherata che sterilmente si avvicenda nel riflesso degli specchietti. Gira e rigira il caleidoscopio  e gli specchietti  mostrano fugaci composizioni. Un gioco sterile dell’esteriorità.

La seduzione è allusione e miraggio, con essa si mostra ciò che l’altro vorrebbe vedere, è semplice barbaglio proiettivo di una immagine costruita a misura per attrarre l’altro. E chi è l’altro? Chi svolge la funzione separativa dell’io e dell’altro? Perché si sente la necessità di appropriarsi della attenzione dell’altro?

La fissità dello specchio, come nella storia di Narciso, è imbroglio erotico spirituale, è fascinazione che conduce alla morte, sebbene lo specchio sia nato per uno scopo magico, lo scopo di vedere “attraverso le forme” riflesse. Ricordate la storia di Don Juan  che istruisce Castaneda ad attrarre gli spiriti (l’alleato) attraverso uno specchio immerso nell’acqua corrente?

Lo specchietto per le allodole è un altro eufemismo utile a capire come la fascinazione seduttiva sia una trappola mortale, in cui sia il seduttore che il sedotto giocano a perdersi vicendevolmente.

La seduzione insomma  è camuffamento, un mescolamento dell’apparente bello e di desiderio mentre la chiara visione, potremmo dire la “chiaroveggenza” è la vera capacità percettiva di scorgere il bello in ciò che è, senza orpelli, senza luminarie, senza zavorra inutile di finzione incipriata.

Paolo D’Arpini

                    Caricatura

2 pensieri su “La seduzione della finzione e la verità della sostanza

  1. Vero e di questi tempi non c’è proprio da scherzare, c’è chi ci perde l’anima, povere vittime.
    Parecchi anni fa una buona insegnante spirituale, da cui per molti anni sono andata,mi mise in una condizione in cui a un certo punto per un paio di giorni,cominciai a farmi domande su strane circostanze, azioni casuali da me compiute degne di essere raccontate in fumetti comici, veramente imbarazzanti e inspiegabili. Passai un paio di giorni che mi sembrava di avere delle miccette scoppiettanti sotto i piedi, tanto ero irrequieta.
    Quando andai a trovarla mi guardò sorridendo dolcemente e mi disse: ” Rosa io ti posso sembrare come Don Juan ? ” …….la guardai e capii tutto in un attimo ed esclamai: ” Caspitaaa!!! ” (mi aveva fatto sgambettare bene bene)
    Che grande dono, che grande incontro
    Che bei ricordi.
    Grazie per avermi fatto riaffiorare tanta gioia

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