La meditazione Zen e lo stato naturale…

Risultati immagini per lo zen non sceglie

*
La pratica di zazen (meditazione) è il segreto dello Zen.  Lo zazen, non solo rilascia una grande energia, ma è anche una posizione aurea. La sua pratica non ci forza ad ottenere qualcosa. Il suo unico scopo è di concentrarsi esclusivamente sulla posizione, sulle modalità di respirazione e su un corretto atteggiamento mentale. 

*

La respirazione svolge un ruolo di primo piano. Per essere ‘vivi’, prima si respira. La respirazione Zen non è paragonabile a nessun altro tipo di respirazione. Tende prima di tutto a stabilire un ritmo lento, potente e naturale. Se noi ci concentriamo su un’espirazione morbida, lunga e profonda, l’ispirazione viene naturale. L’aria viene rimossa silenziosamente e con calma, mentre la spinta dell’espirazione discende con forza nel ventre. Gli intestini si “comprimono” causando un sano massaggio agli organi interni. I maestri paragonano la respirazione Zen al muggito di una mucca o al vagito di un neonato. Questo respiro è l’’Om’, il seme, il pneuma, la fonte della vita.

*

La corretta respirazione fluisce da una corretta posizione. Allo stesso modo, l’attitudine della mente fluisce naturalmente da una profonda concentrazione sulla posizione fisica e sulla respirazione. L’esercizio corretto ci fa vivere più a lungo, in pace, ma con intensità.  Neutralizza le crisi nervose, si ha il controllo degli istinti e delle passioni, si può controllare tutta l’attività mentale. La circolazione cerebrale migliora notevolmente. La corteccia è in stato di quiete ed il consapevole flusso dei pensieri cessa. Il sangue affluisce negli strati profondi che, irrigati meglio, si dispongono in uno stato di semi-sonno, la sua attività produce una sensazione di benessere, di serenità e pace simile al sonno profondo, ma si è completamente svegli. Il sistema nervoso si rilassa, e così entra in piena attività il cervello “primitivo”. Pienamente ricettivi e attenti, giungiamo ad essere coscienti con ogni cellula del nostro corpo. Tutte le dualità, ogni contraddizione, scompaiono.

*

I cosiddetti popoli primitivi hanno conservato un cervello profondo molto attivo. La civiltà occidentale ha educato e raffinato l’intelletto, mentre ha perso energia, intuizione e saggezza, collegate al nucleo interno del cervello. Perciò, lo Zen è un tesoro inestimabile per l’uomo di oggi, perché così ha ancora occhi per vedere e orecchie per sentire. Per un pratica regolare di zazen, noi dobbiamo diventare uomini nuovi, facendo ritorno alle origini della vita. Possiamo accedere alla condizione normale del corpo e dello spirito (che sono uno), catturando l’esistenza alla sua profonda radice. Seduti in zazen, vediamo scorrere le immagini e i pensieri che passano attraverso l’inconscio, come le nuvole in un cielo limpido. Senza opporsi, senza aggrapparsi ad esse, come ombre davanti ad uno specchio, le emanazioni del subcosciente passano, girano e si dissolvono. E raggiungono l’inconscio in profondità, senza pensieri, aldilà di ogni pensare (hishiryo), che è la vera purezza. Lo Zen è molto semplice, ma anche molto difficile da capire. Nella meditazione  si sta seduti, senza alcun tipo di attività, senza scopi, obiettivi o spirito di profitto.

*

Se la posizione, la respirazione e l’atteggiamento della vostra mente sono in armonia, si comprenderà il vero Zen, e raggiungerete lo stato  naturale.

Taisen Deshimaru

Immagine correlata

(Fonte: Centro Nirvana)

Un pensiero su “La meditazione Zen e lo stato naturale…

  1. “In un aforisma zen è detto: “La verità non è difficile e non consente scelta tra due cose”. Questo “tra che sceglie”, come lo definiscono i maestri, è espresso dal fatto che chi vuole operare per l’una cosa deve rifiutare l’altra. Sicché prevale una presa di posizione unilaterale. Su colui che ha optato per una cosa agisce anche il suo contrario. Poiché si attiene a certe idee egli ne diventa schiavo nella stessa misura in cui altri è schiavo delle sue. E’ superiore al “tra che sceglie” colui che percepisce entrambi i fattori e ne avverte l’inconciliabilità ma con ciò non è ancora al di là, non è ancora al di sopra dei contrasti, e per questo incontra il rifiuto da entrambe le parti. Qui l’essere naturale, libero da preconcetti, non può far altro che riconoscere ed accettare la propria vera natura rendendosi indipendente dal dualismo del credere o non credere nell’una o nell’altra cosa. (P.D’A.)

Lascia un commento