Mantienti in casa tre grossi pani nella madia, l’acqua fresca del fontanino nel secchio di rame, una donna sempre calda e amica per miracolo d’amore, un po’ di vinello brusco per la tua allegria.
Mantienti la schiena magra e forte per le fatiche di ogni giorno. il piede esperto nel cammino tra boschi e rovi, la fronte chiara e serena chiusa alle rapine degli incubi e degli affanni, un po’ di meraviglia fanciulla negli occhi.
Mantienti la gallina grigia che ti dà uova gaie e rotonde, il suo vispo galletto trombettiere d’albe, una vaccherella quieta per un po’ di latte e di formaggio, tre cipolle dolci, un pugno di borlotti d’orto e qualche patata grossa appena tolta dalla terra che cuocia sotto il caldo della cenere.
Mantienti mite e paziente nella stanchezza che ti rompe i polsi e le ginocchia e trovati conforto e riposo seduto con le spalle contro il muro di casa aspettando che il fuoco del forno ti dia un po’ di pane e il cielo un po’ di stelle quando fa sera.
Mantienti un angolo di panca vicino al grande camino dei nonni dove il fuoco racconta favole e faville e gli occhi ti risplendono di nostalgie bambine. Non buttare via la vecchia camicia di tela grossa e mettila, fresca e bianca, quando i soli d’estate e le cicale bruciano la montagna e ti è caro coricarti sotto i faggi dove l’amica ombra dà sempre sonni profondi e avventure di sogni. La vita, in fondo, non è altro che un entrare e un uscire da questi sogni.
Mantienti in cielo una stella benigna che ti guidi il cammino e, se puoi, un santo in paradiso che ti garantisca un briciolo d’eternità…
Enio Concarotti