Corrispondenza letteraria con Pentàgora

La Rete delle Reti: marzo 2020

Caro Paolo, cara Caterina, sto scrivendo alle persone cui invio il notiziario Pentàgora, e per farlo ho preparato una lettera unica; ma spedirla alle persone che conosco, così come una lettera circolare, senza un saluto personale, ecco, questa volta non me la sono sentita…

Allora, sperandovi bene, vi auguro cose buone e tanta salute!

Questa volta non mi limito a inviare il notiziario di pentàgora, ma vorrei chiederti come stai, come vivi questa situazione che pare non voglia terminare e lentamente ci sta abituando a una condizione di emergenza permanente: forse la cifra dei prossimi anni…

Aspetti di tornare alla vita precedente la pandemia o sospetti che nulla sarà come prima? Ecco, sono queste le domande che mi piacerebbe tendere in quest’epoca di distanziamento che sempre più fa somigliare il mondo a un arcipelago di solitudini.

Se potrai e vorrai rispondermi, ne sarò lieto e grato.

Tutto è in movimento, anche se il mondo pare fermo come mai prima. Pure lo spazio dell’editoria sta cambiando abito. La libreria d’Italia ora si chiama Amazon  (proprio quella cui non diamo i nostri libri, per istinto di Resistenza e contro il nostro interesse commerciale); si legge sempre meno e sempre più in fretta; in particolare, si leggono meno libri; le librerie sembrano avviate sulla china dell’estinzione, come gli sportelli bancari e assicurativi; nuove case editrici aprono e presto si spengono: quelle piccole raramente superano il traguardo dei pochi anni e dei 10-20 libri in catalogo… Forse – se riprendiamo una suggestione avanzata da Ivan Illich quarant’anni fa (Nella vigna del testo) – siamo all’ultimo atto di un’avventura cominciata con Johannes Gutenberg e Aldo Manuzio e finita nel marasma del self-publishing e della letteratura di facile consumo in cima alle classifiche di vendita.

In questa situazione, io, noi, tutti noi di Pentàgora (ché è anche tua perché, come ogni iniziativa di cultura, è un bene comunitario) non ci stiamo ad arrenderci, e continuiamo a insistere, a sgomitare tra i colossi di un’editoria sempre più concentrata in poche mani; proviamo a farci notare; insistiamo a pensare che ci sia spazio, ci debba essere spazio, per libri scelti e coltivati e confezionati con cura, e non solo per la mediocrità che, anche se vende tanto, dura poco. Vogliamoci bene.

Ti chiedo ancora un poco di attenzione, perché vorrei accennare a due brevissime storie.

La prima racconta di una nostra autrice che nell’ultimo anno è stata corteggiata da alcuni grandi editori e incoraggiata con promesse di anticipi importanti, quelli che noi non potremmo permetterci. Ha ascoltato, vacillato, rifiutato. ‘Perché?’ – le ho chiesto. ‘Perché in Pentàgora mi sento a casa’. Ecco, ho pensato, è vero: siamo un po’ casa. E vorrei lo fossimo sempre di più per tutti noi che i libri li scriviamo, li curiamo, li leggiamo.

La seconda parla del nostro catalogo, che al suo interno ospita – uno su quattro! li abbiamo contati – libri unici: unici perché eccellenti nel proprio genere o perché nel panorama editoriale non ce ne sono di simili. Vorrei presentarteli tutti, a uno a uno, ma forse questa volta non c’è il tempo. Solo tre fra i tanti, a mo’ di esempio:

–      Il principe giallo, romanzo sullo sterminio per fame e stenti dei contadini ucraini nei primi anni ’30, per il quale Vasil’ Barka è stato candidato due volte per il Nobel. Non conosco altri romanzi che parlino di quella tragedia, con l’eccezione di un capitolo di Tutto scorre, di Vasilij Grossman;

–      Non c’è tempo per la fretta: i pensieri e la vita di un contadino che non conosce lo smartphone, il computer e il conto in banca, non per snobismo ma, semplicemente, perché non li considera necessari: nelle parole di Felice non c’è retorica, né nostalgia, né finzione, solo acquafresca e quella sapienza che nessuna scuola può insegnare.

–      Diario di un giardiniere anarchico, di Libereso Guglielmi, che curava il giardino di Italo Calvino: una vita ben spesa tra le piante, con buon umore, tanta competenza e gusto spiccato – a tratti persino estremo, come si conviene a un cuore anarchico – per la libertà.

Forse questi libri già li hai… ma se così non fosse, t’incoraggerei a conoscerli, a incontrare tre autori d’eccezione e, anche così, a sostenere la nostra scommessa di continuare a far vivere il piccolo, ma crediamo prezioso, mondo di Pentàgora.

E qualora questi libri li avessi già? Beh… lo daresti uno sguardo al nostro catalogo? https://www.delfinoenrileeditori.com/pentagora/

Grazie per avermi seguito fin qui. 

Buona giornata e tanta salute.

Bioregionalismo Treia •: Valori bioregionali e contadini alla riscossa -  Macerata, 22 settembre 2018

Massimo Angelini
Minceto, 36 – 16019 Ronco Scrivia
posta@massimoangelini.it
direttore editoriale di pentàgoravia Scarpa 10 r – 17100 Savona

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