Armando D’Elia: “Miti e realtà nell’alimentazione umana” – Recensione

 Il fatto che le ultime generazioni siano fisicamente più alte delle precedenti non è affatto un vantaggio; non è dovuto tanto alla maggiore possibilità di nutrizione quanto all’uso sistematico e massiccio di prodotti caseari e alimenti carnei troppo ricchi di proteine. I bambini nutriti con latte vaccino all’età di un anno sono più pesanti di circa 2 kg e anche più alti di circa 5 cm, rispetto ai bambini vegetariani, ma questo non è fisiologico. Questa velocità di accrescimento è a discapito della resistenza, della salute e della longevità essendo conseguito con una pratica contro natura.

            Il latte delle mucche in stato di gravidanza contiene sostanze “eccito formatrici” che consentono al vitello di crescere velocemente e costruire la sua possente massa ossea, ma se assunto dal bambino causa una crescita patologica che ostacola lo sviluppo psichico del bambino: il latte vaccino manca di composti nutrizionali presenti invece nel latte umano,  i galattocerebrosidi che favoriscono lo sviluppo delle facoltà mentali. La difficoltà di apprendimento è fenomeno abbastanza diffuso tra i bambini delle ultime generazioni.   Il latte vaccino è scarso di glucidi importantissimi per lo sviluppo cerebrale del bambino:  il glucosio del latte vaccino è circa un terzo del glucosio presente nel latte umano, sufficiente all’intelligenza del vitello non dell’essere umano.

            La natura ha previsto per ogni specie cibi adatti al suo ritmo di crescita normale e la velocità di crescita dipende dal quantitativo proteico contenuto nel latte della madre. Il latte materno umano ha una percentuale proteica intorno all’1% adatto al bambino che raddoppia il suo peso in 4 mesi circa mentre il latte vaccino, che ha una percentuale proteica del 3,5%, è adatto al vitello che raddoppia il suo peso in due mesi. Il coniglio, per esempio, avendo la più alta percentuale proteica (10,4) raddoppia il suo peso in una settimana.

            Un bambino  che assume un’alta carica proteica avrà un più veloce accrescimento e diventerà adulto prima, ma questo non è un vantaggio perché causa un superlavoro per il fegato ed i reni che devono eliminare giornalmente le proteine in eccesso, oltre che affaticare il sistema neuroendocrino, l’ipofisi, la tiroide e il surrene.

Solo il 30-35% del quantitativo del calcio presente nel latte vaccino viene assorbito, perché legato alla caseina, il resto viene espulso con le feci, diversamente il calcio dei vegetali viene assorbito fino al 60-65%. Il latte è scarso di vitamine ACDE. Nel latte delle mucche di allevamento si depositano gli inquinanti assunti dagli animali con un’alimentazione innaturale, i residui chimici dei farmaci somministrati per scongiurare epidemie, oltre le sostanze ormonali per spingere le mucche a produrre più latte possibile. Una mucca allo stato naturale produce circa 5 litri di latte al giorno, in allevamento intensivo arriva a produrre 30 litri, cioè 6 volte di più. Ed è come incatenare una bambina in cantina fin dalla nascita, costringerla ad un’inseminazione artificiale per farle produrre 6 volte più latte di quanto produrrebbe allo stato naturale, con le conseguenze che si possono immaginare.  Inoltre. La specie umana è la sola, tra tutte le specie animali, a nutrirsi anche dopo lo svezzamento con il latte di un’altra specie, tra l’altro considerata inferiore sul piano evolutivo.

Franco Libero Manco

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