Il pesce è un essere senziente che come noi vuole vivere e non essere ucciso…

come noi percepisce il dolore e il terrore della morte.

La morte del pesce, come quella dei crostacei e dei molluschi, è tra le più atroci e crudeli,

sia che vengano uccisi con l’amo, con la fiocina, l’arpione, il coltello o per asfissia nelle reti.

Il corpo dei pesci va in rapida putrefazione e gli alimenti sono tanto più dannosi per l’alimentazione umana quanto più rapida è la loro decomposizione.

Il pesce è carne grassa e, al pari e di più di ogni altra carne, non adatto al corpo umano.

Nel pesce, come in tutti gli animali uccisi violentemente dall’uomo e poi mangiati, vi è l’angoscia, la paura dell’animale accumulata durante la sua cattura: più e lunga e dolorosa la morte di un animale più è pregna di vibrazioni mortali.

            Nel pesce ci sono concentrazioni di cloruro di sodio che con la cottura possono causare tumori gastrici, ritenzione idrica, gravi idropisie; diossine, piombo, cadmio. Il mercurio che le industrie scaricano nel mare (circa 10.000 tonnellate all’anno) passa facilmente dal pesce nell’organismo umano. Il mercurio è una potente neurotossina in grado di interferire nello sviluppo del cervello riducendo l’intelligenza specialmente dei bambini.

            I pesci sono ricchi di purine (sostanze azotate che aumentano i livelli di acidi urici nel sangue) e di metalli pesanti dovuti all’inquinamento delle acque a causa degli scarichi industriali e fognari. Il pesce contiene le stesse tossine delle carni e puòcausare, oltre i danni della carne, parassitosi (es. tenia, ascaridi), asma, eczema, prurito, allergie, malattie renali, danni al sistema nervoso, ecc.; può anche trasmettere all’uomo la salmonella, larve di tenia e di ascaridi, né la cottura è sufficiente a scongiurarne i pericoli.

Non vi è alcuna necessità di consumare pesce ma ci sono moltissime ragioni

per smettere di mangiare ciò che danneggia non solo la nostra salute,

il nostro pianeta, la nostra economia, ma soprattutto gli animali e la nostra coscienza.

Nelle pergamene del Mar Morto, scoperte nel 1947, Gesù dice:

“Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la terra e i suoi frutti?

Lasciate le reti e seguitemi, farò di voi pescatori di uomini”.

            Se si dovesse pagare il reale valore del pesce e della carne, senza i pesanti sussidi dello Stato agli allevatori e ai pescatori, ben pochi potrebbero permettersi il lusso di mangiare questi prodotti. Tra il 1994 e il 2010 l’unione Europea ha elargito 26 milioni di euro ai circa 130 pescherecci italiani, anche se colpevoli di aver violato spesso le norme sulla pesca.

L’OMEGA 3  nei vegetali: (mg/100)

Olio di lino: 66; Semi di lino: 32; Olio di canapa: 18; Olio di noce: 14; Soia cotta: 11; Olio di soia: 7,60; Noce: 6,50; Germe di grano: 5,40; Semi di zucca: 5; Latte di soia: 4; Fagioli di soia secchi: 1,3; Olio ex. verg. d’oliva: 1; Mandorle: 0,3

OMEGA 3 nel pesce: (mg/100 gr)

sardine fresche 1,73;  anguilla 1,30; aringa fresca 1,09; salmone fresco 0,89; tonno fresco 0,80;

sgombro: 0,73; spigola 0,48; orata fresca 0,46

La condizione che il pesce contenga minime quantità di Omega 3 è che sia fresco, sia stato catturato a mare aperto e che abbia consumato alghe che contengano l’Omega 3.

Non pescare, non mangiare il pesce: vivi e lascia vivere

Associazione Vegan Animalista

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