Hitler non era un vegetariano ma un semplice salutista

C’è chi preferisce ammalarsi piuttosto che rinunciare alla bistecca; aprirsi alla realtà dei fatti e capire che l’alimentazione convenzionale sta indebolendo l’intero genere umano: basta guardare all’aumento vertiginoso di disturbi, sconosciuti in passato quando la carne era un alimento occasionale.

Anche la dimostrazione della buona salute di chi da 50 anni non consuma prodotti carnei non serve a farli dubitare. C’è anche chi per giustificare la propria posizione obietta che Hitler era vegetariano, come se questo li scagionasse dal proprio carnivorismo. Hitler era sicuramente un criminale, ma non un fesso: aveva capito che la carne fa male. Comunque a dire del suo confidente, l’architetto Albert Speer, Hitler era ghiotto di salsicce di maiale, ravioli alla carne, fegatini e cacciagione e adottò la dieta vegetale solo nei periodi in cui era ammalato, soprattutto negli ultimi anni della sua disgraziata vita.

Quindi non c’è da meravigliarsi che i carnivori siano così attaccati alle loro malsane abitudini e se cambiano idea lo fanno solo quando non possono più continuare ad ammalarsi. E’ nella natura umana non avere mai consensi su temi che mettono in dubbio i propri comportamenti e quando giunge una proposta che mira al bene, si ignora il bene e si preferisce il male, finché il male non diventa insopportabile.

Ma la nostra coscienza ci impone di seminare, e il seme gettato germoglia a seconda del terreno su cui cade; se il terreno è fertile germoglia subito, se il terreno è duro germoglierà domani e se cade sulla pietra è possibile che germogli in un’altra vita…

(AVA)

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