Pasqua d’amore…

Non è vero amore quando si ama soltanto la nostra famiglia, i nostri amici, chi ci è vicino; non è vero amore quando si ama solo una parte del tutto  e si è indifferenti alla condizione di chi è fisicamente lontano o diverso. Il vero amore valica i confini di gruppo di appartenenza, di  nazionalità, di etnia, di cultura, di religione, di specie, di genere e si espande sfericamente sino ad inglobare nel suo sentire ogni cosa che ha vita, perché non può una mano accarezzare e l’altra colpire. Ama veramente colui che sa far sue non solo le necessità degli uomini ma chi sa sacrificarsi per il bene anche dell’essere più umile senza aspettarsi lodi o ricompense.

Il vero amore è condivisione delle necessità del nostro prossimo universale e  non tollera distinzioni di forma o di contenuto; non si dona a seconda della specie, del colore della pelle; non aspetta il manifestarsi della necessità, ma  accoglie, conforta, soccorre; non sopporta l’inerzia, l’inettitudine, ma ama l’ultimo essere del mondo come fosse il figlio, il fratello, il genitore.

Il vero amore si manifesta in tutta la sua ampiezza e bellezza verso i senza voce, verso chi non può nemmeno manifestare gratitudine.

Ama veramente colui che sa far sua la responsabilità del destino collettivo; colui che sa trattare con gentilezza e amore l’essere più umile della terra come se da questo dipendesse il suo destino.

Il vero amore è cascata che frange le dighe degli steccati ideologici, scende atterrando tutto quanto non è amore e ci spinge ad amare il vicino di casa come agli aborigeni dell’Australia, il cane abbandonato come la silenziosa pianta bisognosa di acqua.

(AVA)

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