In difesa dell’orsa JJ4

Ogni specie animale si inserisce armonicamente nel contesto naturale e cessa di espandersi quando il numero dei suoi componenti supera quanto previsto da madre natura. La specie umana è la sola che espandendosi, come un melanoma, riduce lo spazio vitale delle altre specie fino a costringerle ad inoltrarsi in territori resi, per loro, pericolosi dagli umani.

Ora che l’orsa JJ4 è stata catturata non costituisce più alcun pericolo; ucciderla significherebbe manifestarsi peggio degli animali predatori che non conoscono la vendetta.

Siamo noi che invadiamo la loro casa non loro la nostra. Se dovessimo uccidere tutti gli animali potenzialmente pericolosi per l’uomo decimeremmo la creazione. Se si abbatte l’orso JJ4 perché ha ucciso un ragazzo, il passo successivo sarà quello di decretare la morte anche se solo ferisce un umano, e perché no, anche se solo lo spaventa.

Ogni giorno, non in un fatto isolato ma da millenni, ed in modo sistematico, gli umani sterminando, senza pietà, ogni forma di vita, ma per questo nessuno grida allo scandalo. L’homo crudelis invade i boschi, le campagne, le foreste, le savane distruggendo non uno ma milioni di esseri indifesi, miti, splendidi, innocenti; invade i candidi ghiacciai massacrando orsi, foche, trichechi; invade i mari sterminando le gigantesche balene, gli eleganti delfini; profana i cieli trucidando ogni volatile, anche le superbe aquile; contamina le foreste assassinando i bellissimi felini; violenta le savane sopprimendo i possenti rinoceronti,  elefanti; usurpa i boschi uccidendo i graziosi caprioli, le astute volpi, le timidi lepri ecc. Nulla si salva dalla mano sterminatrice dell’uomo.

E ora si grida allo scandalo se una delle vittime  reagisce sentendosi in pericolo. Se ti piacciono le volpi e ne porti una nel tuo giardino devi aspettarti che prima o poi azzanni il gatto di casa. Se per ipotesi ci fosse il tribunale degli animali che giudica gli umani  per i miliardi di pesci sterminati nei mari; di miliardi di mucche, vitelli, cavalli, pecore, agnelli, polli, conigli, tacchini, oche… che senza  pietà sono ridotti a brandelli nei mattatoi, o  torturati dai vivisettori quanti sarebbero gli umani chiamati a rispondere con la propria vita? Razza ipocrita la nostra. La mancanza di vergogna è tipica della specie umana.

Non sia assolutamente minimizzato il dramma di un ragazzo che muore ucciso da un animale che agisce seguendo il suo istinto naturale; ma le cause vanno ricercate nell’irresponsabile leggerezza con cui l’umano affronta il problema della convivenza pacifica tra l’uomo e il resto della creazione.

Franco Libero Manco

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