“Dove c’è amore.. c’è anche bellezza!” (Saul Arpino)
Nella tradizione buddista la Luna Piena di maggio viene indicata come momento commemorativo della nascita e dell’illuminazione del Buddha storico. Questo per le buone qualità connesse al segno zodiacale del Serpente che rappresenta il periodo della espansione luminosa e della pacificazione.
Il giorno preciso della nascita del Buddha non è possibile stabilirlo ma, come avvenne per il natale cristiano di Gesù che fu posto in corrispondenza del solstizio invernale -periodo particolarmente sacro nella tradizione europea- nel sudest asiatico il natale di Shākyamuni venne indicato nel mese benedetto “wesak” in corrispondenza della luna piena di maggio; questo è il tempo in cui il benefico monsone inizia la sua opera ristoratrice della vita. Tale decisione fu presa collegialmente dalle varie sette buddiste durante un concilio tenuto a Sri Lanka nel 1950, seguendo in ciò l’indicazione del re del Nepal che già aveva dichiarato la luna piena in Wesak come commemorativa della nascita, illuminazione e dipartita del Buddha.
Si narra che il Buddha nacque intorno al 465 a. C. da una ricca famiglia che proveniva dalla stirpe degli Shakya che all’epoca dominava un piccolo territorio nel nord dell’India. Fu allevato e crebbe nel lusso, si sposò ed ebbe anche un figlio. Ma un giorno anche lui conobbe le miserie umane, incontrando un vecchio, un cadavere ed un mendicante.
Queste tristi realtà della vita lo impressionarono notevolmente, tanto che all’età di 30 anni abbandonò tutto e tutti per dedicarsi a conoscere le cause della miseria, vivendo da eremita, ed alla ricerca di una soluzione all’enigma della vita. Capì che la salvezza poteva trovarla solo nella meditazione, e si narra che a 35 anni, dopo 49 giorni di riflessioni ai piedi di un albero di fico, in una notte di luna piena del mese di maggio, raggiunse l’illuminazione: comprese le quattro nobili verità sul dolore, sull’origine del dolore sulla soppressione del dolore, e sulla via che porta alla soppressione del dolore. Animato dalla pietà per gli uomini e dal desiderio di salvarli, seguito dai suoi discepoli, per circa quaranta anni percorse l’India, insegnando la bellezza della sua dottrina, il messaggio di speranza e felicità che si raggiunge con l’introspezione.
Secondo la tradizione il Buddha morì all’età di 80 anni, al suo discepolo fedele Ananda lasciò i suoi saperi ma prima di morire si rivolse ai suoi fedeli dicendo: “Ricordate o fratelli queste mie parole: tutte le cose composte sono destinate a disintegrarsi! Attuate quindi con diligenza la vostra propria salvezza!”
Nel Libro dei Mutamenti l’esagramma connesso al mese di maggio è “La Risolutezza”: il luminoso rimuove deciso il tenebroso. Forte e sereno, cioè risoluto ed armonioso. L’archetipo magico della stagione è quello del Serpente, antico simbolo di saggezza, che dice: “Io detengo la chiave dei misteri della vita. Inarrendevole, inesorabile e profondo, avanzo con andatura costante sulla solida terra”
Durante i giorni di luna piena, e particolarmente in occasione del Wesak, la “Gerarchia Spirituale” attiva energie Cosmiche, Solari e Planetarie specifiche, con le quali inonda l’umanità, invitandola a salire verso l’alto.
La meditazione è un potente metodo di servizio all’umanità quando la mente viene usata come un canale di ricezione delle energie di luce, amore e volontà di bene, e per dirigerle nella coscienza umana. Il momento del plenilunio di ogni mese offre la grande opportunità di meditare come mezzo di cooperare con il Piano divino o Intenzione per il nostro mondo.
La giornata della luna piena di maggio è particolarmente indicata per la meditazione e per i canti armonici. Perciò al mezzodì del 5 maggio 2023, terrò un canto con meditazione al Circolo vegetariano VV.TT. per festeggiare la ricorrenza del Wesak.
Paolo D’Arpini
P.S. Ed a proposito di commemorazioni, il 5 maggio si ricorda anche la dipartita di Napoleone Buonaparte (poi divenuto Bonaparte). Alla memoria del quale c’è un’ode scritta da Alessandro Manzoni nel 1821 in occasione della sua morte esule a Sant’Elena. Molti della mia età ricorderanno la poesia che bisognava mandare a memoria, non so se oggi si usa ancora…