Krishnamurti, la coscienza non coscienza e l’attaccamento che non esiste

Scrive Ettore: “Ciao caro Paolo, leggendo un brano di Krishnamurti, mi è balzata agli occhi come verità questa equazione Tempo=Pensiero. Ho dedotto che in assenza di tempo (nel qui e ora) c’è assenza di pensiero. La domanda che ti pongo è: in assenza di pensiero che cosa sono? Questa domanda te la faccio nella consapevolezza di sentire un filo che mi lega a te come attaccamento (sul quale sto lavorando su tutti i fronti), quindi non te la dovrei fare. Ma che è sto guazzabuglio?”

Mia rispostina: “Caro Ettore,  essere non è un pensiero. Il pensiero è contenuto nella coscienza, è un oggetto della coscienza e come tale ha bisogno di estendersi nel tempo e nello spazio. La coscienza esiste indipendentemente dalla presenza o meno di oggetti (pensieri), ciò è riscontrabile anche nella condizione di sonno profondo in cui gli oggetti scompaiono ma permane il senso di permanenza, infatti al risveglio siamo coscienti di aver dormito profondamente. L’assenza dell’io durante il sonno profondo prova che l’esistenza e la coscienza non sono condizionati dal senso d’identificazione con uno specifico soggetto/oggetto (osservatore/osservato), ma questo avviene non consapevolmente. Lo stato del Sé è coscienza ed esistenza senza identificazione in forma consapevole, sia pur che tale consapevolezza non è di un qualcosa  e nemmeno dell’essere consapevole di essere consapevole (che è la condizione dell’io riflesso nella mente) è pura consapevolezza aldilà di ogni possibile differenza speculare e quindi non comparabile. Per questa ragione gli illuminati la definiscono  come né consapevolezza né inconsapevolezza,  è descrizione che non corrisponde  alla realtà del Sé, che è indescrivibile però concreto ed assolutamente reale.” – L’attaccamento? Non esiste, è solo una proiezione che prende vita dal senso di separazione e che cerca di ricongiungersi alla forma originale che si proietta nell’immagine. Ma come può l’immagine avere qualsiasi possibilità di esistere e ricongiungersi esternamente alla forma che si sta riflettendo? Una volta compreso questo l’attaccamento, che è non esistente, scompare…. (Paolo D’Arpini)

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