monnezza amara… a Treia – Una voce nel deserto!

 

Martedì, 19 aprile 2016, c’era il mercato settimanale in piazza ed io dovevo fare un po’ di provviste per il fine settimana, in cui inizieranno ad arrivare i nostri ospiti, per i festeggiamenti  del 23, 24 e 25 aprile:  https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2016/03/31/treia-dal-23-al-25-aprile-2016-forum-del-lavoro-bioregionale-e-festa-dei-precursori-presentazione/

Mentre mi avviavo verso la bancarella di “Caprì”, il contadino e capraro a kilometri zero, dal quale di solito faccio rifornimento (oggi ho preso pane lievitato al naturale e cotto al forno a legna, cicorione,  caprino primo sale, uova e insalata di campo) ho visto che al Comune c’era il portone aperto… Sono entrato nell’androne ed ho scoperto che l’ingresso per il pubblico era già in funzione, così ne ho approfittato per salire all’ufficio tributi ad informarmi sulle bollette della raccolta rifiuti che non avevo ancora ricevuto. Il fatto è che, siccome conto di trascorrere un po’ di tempo a Spilamberto, da Caterina, non volevo risultare in mora con i pagamenti. L’impiegata gentilmente mi ha stampato una copia dei modelli f24 che avrebbe inviato verso il mese di maggio e così ho appreso che il contributo da me dovuto ammonta a 213 euro.

Vivo da solo e credetemi produco pochissimi rifiuti, poiché cerco di stare attento e non chiedo mai buste di plastica o vaschette, non compro bottiglie di acqua, vino od altre bevande. Non uso detersivi chimici, non acquisto quasi nulla di superfluo, nemmeno i giornali, e quindi la quantità d’immondizie da me prodotta è veramente molto bassa, forse una ventina di kg. all’anno di indifferenziata. Quanto mi costa questa indifferenziata? Direi un po’ troppo. Certo produco anche rifiuti organici, bucce di mela, scarti di verdure, etc. ma da questi se ne ricava il compost che poi viene venduto dal consorzio che lo ricicla e quindi non dovrebbe essere conteggiato. Inoltre diverse volte ho proposto al Comune di trattenere tutto l’organico per ricavarne esso stesso compost, oppure di utilizzarlo come biomassa per la produzione di biogas, o simili, in modo da recuperare un po’ di energia elettrica almeno da poter illuminare il paese.

Se poi il comune diramasse un’ordinanza che proibisce la vendita di qualsiasi imballaggio, contenitore, etc. che non sia riciclabile al 100% in tutta l’area comunale ecco che il costo generale dello smaltimento rifiuti diminuirebbe enormemente e sicuramente se ne gioverebbe anche l’ambiente. Beh, io l’ho buttata lì… come al solito, una voce nel deserto…?

Paolo D’Arpini

 

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