Cani in chiesa anche per le “feste comandate”?

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Sul Corriere della Sera del 16 aprile una lettera a firma di Paolo Giorgi che, sconcertato, lamenta la presenza di cani nella chiesa di San Bellarmino a Roma durante la messa del giorno delle Palme. Lodevole iniziativa da parte del parroco sul tracciato di Mons. Mario Canciani che per decenni ha celebrato messa nella grande chiesa di San Giovanni dei Fiorentini all’ombra del Cupolone.

A mio avviso, anche in Paradiso troveremo qualcuno in disaccordo. Ma  mano a mano che procede l’evoluzione morale, civile e spirituale dell’uomo inevitabilmente si allarga la sfera della compassione e del  rispetto per ogni essere vivente e, soprattutto, il valore delle diversità come condizione di armonica sussistenza umana sul pianeta. Opporsi a questa luminosa e lenta  evoluzione, che ignobilmente il sign. Giorgi considera “una lobby agguerrita, insaziabile e indomabile”, significa volersi chiudere a visioni di primordiale arretratezza.

Gli animali non hanno abbastanza dignità per entrare nei luoghi di preghiera? Ma “Quando si vede un gran numero di uomini aridi, vuoti e crudeli, collerici, avidi, feroci, tirannici assassini dei loro stessi bambini o dei loro genitori, non è una follia pensare che noi abbiamo dei doveri verso di essi solo perché appartengono alla specie umana, mentre verso il bue da lavoro, la mucca da latte, il cane, il mulo, la pecora, il cavallo non ne abbiamo alcuno? (Plutarco)

Scandalizzarsi poi degli animali alla presenza di Dio questa è la vera vergogna. Gesù chiamava gli scribi e i farisei (assidui frequentatori del tempio), falsi, ipocriti, razza di vipere, sepolcri imbiancati. Di questi si scandalizzava. Non si scandalizzava della presenza degli animali sotto il colonnato ma che questi venissero crudelmente sacrificati.

Ma Dio non solo non si vergogna delle sue creature “Poiché tu ami tutte le cose e nulla disprezzi di quanto hai creato” (Sp. II, 23,26);  “Ecco, io sono il Signore di ogni essere vivente”( Gr. 32,27), ma si serve degli animali per i suoi insegnamenti con: l’asina di Balaam (Num. 22,22); i corvi di Elia (1 Re 17,2); la balena di Giona; la colomba dell’Arca e dello Spirito Santo nel battesimo di Gesù; i leoni nella fossa di Daniele; il cane di Tobia (Tb.9,2); l’asinello del giorno delle Palme; l’agnello di Dio di cui parla Giovanni con riferimento a Gesù ecc.

Il cane non ha la dignità umana? San Pietro l’eremita era di tutt’alto avviso quando diceva che “Il cane è la più onesta creatura di Dio”. E senza l’intelligenza e la bontà di questa creatura (che sfamò San Rocco impedendogli di morire), forse non avremmo avuto questo grande santo che disse:“Se noi portiamo una croce gli animali ne portano tre” .

Infine ritengo bello ed appropriato il pensiero del poeta francese J. Prevert: “Lasciate entrare il cane coperto di fango, si può lavare il cane e si può lavare il fango…  Ma quelli che non amano né il cane, né il fango… Quelli no… Non si possono lavare…”

Complimenti vivissimi dunque al parroco di San Bellarmino che avrà la più profonda gratitudine da parte degli animali, del loro Creatore, della civiltà e della vita.

Dr. Franco Libero Manco

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(presidente Associazione Vegan Animalista e Movimento Universalista tel. 333 9633050)

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