Talvolta la coscienza degli errori commessi aiuta a non commettere gli stessi errori

Depressione e senso di colpa - TAGES ONLUS

In fatto di alimentazione carnea il sistema è volutamente improntato a fare in modo che nessuno si senta colpevole degli effetti prodotti sulla salute umana, sugli animali vittime della nostra profonda imperdonabile ingiustizia e ingratitudine, sulla natura devastata dal nostro insano e irresponsabile stile di vita, sull’impatto delle monocolture, e non per ultima la fame nel mondo.

L’allevatore alleva i suoi animali, che ha visto nascere e crescere, e magari li tratta con riguardo e ai quali a volte pure si affeziona. E magari con dispiacere li consegna ai camion dell’industria della macellazione, convinto di non essere responsabile di quello che succederà loro, poi si consola pensando che gli animali sono fatti per questo, perché così è sempre stato, che quello è semplicemente il suo lavoro che se non fosse lui a farlo lo farebbe qualcun altro.

Il macellaio a sua volta non si sente responsabile nel fare a pezzi l’animale perché gli è stato consegnato dall’allevatore che ha pagato e poi, soprattutto perché c’è richiesta da parte del pubblico che aspetta di consumare quei miseri resti. Allo stesso modo la massaia non si sente in colpa di cucinare l’animale ucciso perché lo ha semplicemente acquistato dal macellaio che deve pur guadagnarsi da vivere. E non si sente in colpa chi mangia la carne perché la trova pronta nel piatto e non ha né la voglia né la possibilità di ricondurre quella macabra pietanza all’animale che è stato allevato, assassinato e cucinato. Allo stesso modo non si ente in colpa chi indossa pellicce o pelli di animali, chi assiste alle corride, chi si reca negli zoo o nei circhi equestri, chi tiene uccelli in gabbia o pesci nell’acquario, chi utilizza prodotti testati su animali ecc. ecc.

E’ così succede che nessuno si sente responsabile se a causa del suo disinteresse, del suo egoismo, della sua mancanza di responsabilità e capacità di condivisione, nel mondo quasi un miliardo di persone soffrano la fame;  non si sente in colpa se a 300 milioni di bambini ogni anno viene negata la vita con l’aborto, se in ogni parte del globo vi sono focolai di guerre fratricide, se la natura viene devastata, se è l’aria irrespirabile, se i grandi valori morali vanno spegnendosi per far posto ad un’umanità sorda e cieca proiettata verso realtà inquietanti.

E così il ladro non si sentirà colpevole di rubare, l’assassino di uccidere, il pedofilo di violentare bambini, il camorrista di imporre tangenti, lo spacciatore di vendere droga ai ragazzini ecc. ecc. L’importante è che nessuno si senta in colpa per non turbare il sonno della massa dormiente (funzionale al sistema) condizionata dalla cultura dominante propinata dai grandi centri di potere il cui solo interesse è il guadagno e perpetuare questo stato di cose: tanto più una popolazione è ignorante tanto più è manovrabile; tanto più è malata e cattiva tanto più ha più bisogno dei dottori del corpo e dello spirito.

Credo che il senso di colpa sia l’effetto di una causa a monte, una scossa dataci dalla nostra intima natura a rivedere il nostro modo di vivere ed evitare errori dei quali poi ci potremmo pentire. Il dolore provocato dal senso di colpa, come effetto di un errore commesso, serve a non farci commettere lo stesso sbaglio e quindi favorire il nostro processo evolutivo. Non sentirsi in colpa per errori che avremmo potuto evitare, o che delle quali non siamo indiretti responsabili, è da autolesionisti. Non assumendoci la responsabilità del nostro agire finiamo col spegnere in noi ciò che ancora di differenzia dalla macchine.

Franco Libero Manco

dott.ssa Licia Crosato : Il SENSO DI COLPA: un tormento importuno e  inopportuno.

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