In difesa del nobile cavallo, vilipeso e sfruttato…

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Se c’è un animale che più di ogni altro merita rispetto e gratitudine,   che più di ogni altro ha contribuito al progresso e all’affrancamento delle fatiche umane: il cavallo. Senza il cavallo nessun vero progresso umano sarebbe stato possibile. Questa splendida e nobile creatura, strappata dal suo ambiente naturale e  costretta da millenni a servire l’uomo/tiranno, ha pagato e paga con la sofferenza e con la vita  la sua  mansueta sottomissione. QUANDO PASSA UN UOMO NON SAI SE E’ UN CRIMINALE, UN LADRO O UN PEDOFILO, MA QUANDO PASSA UN CAVALLO BISOGNEREBBE INCHINARSI.

Questo animale, così bello, così potente e così mite viene spremuto fino all’ultimo respiro, all’ultima goccia di sudore, all’ultima stilla di sangue per poi cederlo con disumana ingratitudine allo smembramento nei mattatoi.

Ma tra le ultime ignominiose crudeltà commesse dall’uomo a danno del cavallo  oggi sono in funzione in Argentina e Uruguay gli allevamenti delle cosiddette “fattorie del sangue”, per produrre il farmaco Gonodotropina, un ormone che serve a stimolare il sistema riproduttivo degli animali allevati in modo da spingerli a gravidanze a ripetizione, fino allo sfinimento (vivono infatti un quinto della loro vita naturale): cavalli, mucche, maiali (ingravidate anche scrofette appena alla soglia dell’età fertile, come una bambina di 10-12 anni). Alle cavalle necessariamente gravide vengono prelevati, tramite cannula infilata nella vena giugulare del collo, 10 litri di sangue a settimana, l’equivalente ad 1 litro di sangue a settimana ad un umano per 5 anni di seguito. Questi fiumi di sangue, dopo aver estratto il maledetto ormone, vengono versati negli scarichi fognari. Tutto questo orrore per il vile maledettissimo denaro, con la vergognosa compiacenza dei veterinari che non segnalano le tremende sofferenze inflitte a queste meravigliose creature.

Ma gli orrori a danno dei cavalli non finiscono qui. Ogni anno verso la metà di agosto in provincia di Lecce, a Seclì un comune di poche migliaia d’abitanti, si ripete la “Sagra della carne i cavallo”, per la cui circostanza almeno una decina di cavalli vengono uccisi e dati in pasto alla popolazione anche turistica. Promotore della sagra è la Proloco di Seclì alla quale bisognerebbe scrivere, protestare e chiedere l’abolizione di questa vergognosa tradizione. Che l’umanità sia in grado di tollerare, giustificare l’inferno cui abbiamo condannato tutto il mondo animale questa è la vera tragedia e il vero impedimento all’evoluzione della nostra specie.

Franco Libero Manco

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