Da Jesi a Spilamberto, a Vignola, al Centro del Mondo

Ieri sera, Caterina ed io, abbiamo fatto un po’ i turisti per Spilamberto, accompagnando in visita i nostri amici Daniela e Maurizio, venuti da Jesi. Strano come appena giunge qualcuno da fuori, anche se io stesso sono praticamente un forestiero qui a Spilamberto, improvvisamente ci si inventi la parte di “guida” atteggiandosi a conoscitori del luogo: “Questa è la porta antica del paese, le cui mura sono state smantellate in un tempo non lontano, per un “riordino” urbanistico della città. Qui c’è la Rocca Rangoni, ove dimorava il marchese di queste terre e qui c’è il parco e frutteto, oggi di proprietà comunale, e qui potete anche vedere i pezzi del muro comunista di Berlino, che sono stati importati a memento di un periodo storico di cui l’uomo si è vergognato.”

Quei frammenti di muro in cemento, alti appena tre metri, dipinti con colori vivaci da ignoti abitanti di Berlino Ovest, fanno oggi ridere -in quanto mezzo di separazione fra i popoli- rispetto ai muri odierni delle “democrazie”: l’altissimo muro sionista fra israele ed i territori palestinesi, il recinto elettrificato che divide gli usa dal Messico, etc. Senza parlare degli steccati ideologici che separano ciò che la terra non distingue. Per fortuna in piazza a Spilamberto c’è anche una gelateria artigianale e seduti all’ombra del bastione, mescolati ad una folla di gente di ogni colore e razza,  come i gusti del gelato, ci siamo sentiti parte e parcella di un mondo indiviso.

Infine, per concludere in bellezza la visita, siamo andati al mercatino contadino di Vignola, nel podere di Maria Miani. Attingendo a piene saccoccie ai prodotti della terra: biete, finocchi, insalate, kiwi, agli, cipolle, prime melanzane.. e sopratutto ciliege di Vignola, duroni rossi e rosati. E seduti nell’aia ci siamo goduti l’aria fresca, quasi fredda, della sera degustando alcune pietanze preparate dalle cambusiere Sibio (si biologico). Al ritorno a casa ci eravamo già raccontati tutto e così stamattina  i nostri amici se ne son tornati nelle Marche, passando però da Maranello per una visita nostalgica al museo Ferrari, quella rossa Ferrari che ha fatto sognare milioni di italiani…

Nel frattempo abbiamo ricevuto la lettera di Pietro Rossi, colui che ospiterà il collettivo ecologista del solstizio estivo, il quale racconta la sua storia ed il suo progetto: “Cari bioregionalisti come state? Io bene e come al solito, pioggia o no, sono sempre molto attivo e mi lascio prendere dai lavori fuori che faccio con passione anche se ho bisogno di direzionare le mie energie in altre parti di me! Sono contento che Paolo D’Arpini e Caterina Regazzi mi abbiano proposto di fare l’incontro collettivo ecologista 2015,  sul bioregionalismo, a casa mia, ovvero a Ca’ Lamari. Dopo aver rubato un po’ di tempo all’orto provo a mettermi alla prova con il computer con cui ho un rapporto un po’ variabile e non sono sicuro del  mio talento telematico. Mi metto di buona a scrivere per spiegare meglio quale vuole essere il mio ”progetto”. In origine sono venuto alla casa di Lamari per una mia espressione di autosufficienza e collaborazione. Ho attraversato parecchie vicissitudini pratiche, emotive ed economiche che mi hanno dato da fare. Alcune delle quali non certo previste! Comunque andiamo avanti e son qua alla Lamari dal 2007, in questo borghetto in mezzo ai boschi! E’ un posto molto bello, abito in vicinanza con Monica, una cara amica che abitava qui già prima di me, abbiamo gli orti, castagne e marroni, le api, animali da cortile e anche una somarella di nome Bambi.. (Pietro Rossi) – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2015/05/la-casa-di-ca-lamari-ed-il-mio-progetto.html

(Paolo D’Arpini)

Ca’ Lamari ci attende…. il 20 e 21 giugno 2015

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