Treia, 31 ottobre 2015 – Non è la festa delle “streghe” ma dei santi – Celebrazione religiosa al Santuario del SS Crocifisso

Quest’anno a Treia non sono ancora  apparsi avvisi di festeggiamenti per halloween, la mascherata americana.  Si vede che la campagna contro gli zombies ed i diavoli e gli spettri, che il vescovo di Macerata sta portando avanti, da buoni frutti. Anzi, sono frutti che riportano alla religione tradizionale, ed un frate del  santuario francescano del SS. Crocifisso di Treia ha  lanciato un messaggio “.. noi il 31 ottobre 2015 festeggiamo i santi e non le streghe, con una manifestazione gioiosa e conviviale..”.

Ed il programma dell’intera giornata sembra azzeccato per un sano divertimento senza oscurità morale.  In effetti anche noi vegetariani e bioregionalisti, non per motivi religiosi ma di qualità del tempo, da parecchi anni stiamo cercando di rivalutare la tradizione rurale antica della fine ottobre/primi di novembre (vedi una edizione passata tenuta a Calcata: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/10/19/calcata-il-ciclo-della-vita-morte-e-rinascita-programma-degli-eventi-principali-dal-31-ottobre-all8-novembre-2009/),   in cui si celebra la raccolta degli ultimi frutti prima dell’inverno. Tra questi frutti ci sono anche le zucche,  che  per tenere lontani gli spiriti maligni venivano svuotate e poste ai crocicchi con una candela accesa  dentro.  Questa consuetudine è tipica anche delle Marche, io l’appresi tantissimi anni fa (credo nel 1954) in visita a certi amici contadini di Falerone (nel Piceno),  e mi dicono che questa usanza fosse viva anche qui in provincia di Macerata. Però le zucche vuote ed illuminate con halloween non c’entravano niente,  erano degli spaventa-spiriti notturni, il contrario di come sono considerate per halloween, che sembra vogliano attrarre   anime dannate e spiriti del male.

Malgrado le buone intenzioni, però, il messaggio del frate minore di Treia pecca di misoginia infatti ancora  egli nomina le streghe in antitesi con i santi, ove sappiamo benissimo che tali streghe non sono mai esistite ma erano semplici guaritrici o erboriste. Mi ha scritto un’amica di  Filottrano dicendomi che: “..si credeva molto al malocchio: in paese c’era la fattucchiera di professione (quella che faceva le carte). E certe donne solitarie e trasandate, venivano discriminate e giudicate streghe (quando erano solo delle poveracce). Prima degli anni ’60  da noi era ancora Medioevo”.

Infatti troppe volte le donne venivano ingiustamente accusate di stregoneria, anche se erano semplicemente libere e fuori dal coro,  questa la tragedia del bigottismo e dell’inquisizione..

Paolo D’Arpini

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