Vita uguale trasformazione – La vita si adatta all’ambiente ma anche l’ambiente è conseguenza della vita, da ciò se ne deduce che essi sono la stessa cosa. Difatti possiamo dire che il nostro corpo è composto da un 75% di acqua, 10% di terra, minerali, etc. ma se la vita non fosse già presente in questi elementi in forma germinale come potrebbe manifestarsi, cioè rendere vivente l’organismo? Scopriamo così che la sola qualità che possa attestare l’esistenza materiale è la coscienza che da essa scaturisce ma si può anche dire che è la coscienza a stabilire l’esistenza materiale. Da questa duplice inferenza si deduce la triangolazione della “materia-vita-coscienza” quale espressione dello stesso processo vitale.
Questi tre aspetti della vita sono in continua e costante trasformazione, sono come i vetrini di un caleidoscopio, la rotazione fa sì che essi appaiano in miriadi di forme colorate. Basta un impercettibile movimento in qualsiasi di questi elementi basilari (un cambiamento di regola genetica) che si viene a creare una nuova forma.
Allo stesso tempo, e strettamente parlando, nessuna di queste forme è creata ex novo, in quanto la basilare legge fisica e psichica testimonia che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, ed in effetti le varie forme vitali non sono altro che “trasformazioni” -come giustamente affermava Lavoisier. Tra l’altro anche nelle Upanishad, i testi vedici antichi di diecimila anni, si dice: “Dal tutto nasce il tutto, se dal tutto togli il tutto il tutto rimane”. Insomma non è possibile creare o distruggere la vita, essa è onnipresente ed onnipervadente, energia in perenne trasmutazione.
Da questa consapevolezza anche quest’anno sorge lo stimolo a celebrare “Il Ciclo della Vita”, che annualmente viene riproposto.