L’inganno del “credere”

L'inganno del credere...

Qual’è la differenza fra il restare assorbiti nella quiete della coscienza indifferenziata, rispondendo agli stimoli della vita con spontaneità e leggerezza, e l’affermazione spasmodica basata sull’assunzione di concetti ideologici che ci fanno da gabbia comportamentale?

Un uomo studia libri su libri, ascolta e tiene grandi discorsi, cerca seguaci e diventa egli stesso seguace, inizia insomma a “credere” in un sistema, in un vantaggio, egli imposta ogni sua azione nel rispetto di uno schema sul quale erige una struttura idealistica, con essa ritiene di poter “istruire” gli altri e di poter esprimere “la verità”. Ma come è possibile che la verità sia statica, una cosa prestampata ed immobile, un rigido ideale? Essa può esser “vera” solo  nel fluire continuo della vita, assestandosi ed adeguandosi alle circostanze correnti, essa non sclerotizza gli eventi, non impone restrizioni, essa respira con tutto ciò che esiste.

Basarsi su un credo (in positivo od in negativo) per raccontare la verità è voler dare alle parole un valore che non hanno…

Ed in buona sostanza come nasce la parola?

Il linguaggio attraverso il quale osiamo affermare “questa è la verità” è molto lontano dalla pura coscienza. Infatti all’inizio esiste una consapevolezza astratta, una coscienza intelligente e non qualificata, da questa sorge il senso dell’io, l’ego, il quale a sua volta dà origine ai pensieri, ai concetti, ed infine questi diventano parole e scrittura. Quindi il linguaggio è di molto successivo alla conoscenza.

Come è possibile che attraverso la parola si possa esprimere la verità, cos’è questo se non cieca arroganza?

Quando noi dichiariamo “questa è la verità” è come se dicessimo “il cristianesimo è mejio, l’islam è mejio, l’ateismo è mejio, il fascismo è mejio, anzi no, è mejio il comunismo..” e contrario per contrario tutto ciò in cui crediamo “è sempre mejio!”.

Se usiamo adesso un po’ di discernimento, non possiamo far a meno di osservare che ognuna di queste verità appartiene all’io, è solo ciò in cui crediamo, ma può esser definita verità una verità che è solo individuale? Una verità che può essere descritta?

C’è un antico detto taoista che dice: “Il Tao che può esser detto non è il Tao”.

E Ramana Maharshi, un saggio dell’India, disse: “..la verità è nel profondo silenzio del nostro cuore…”.

Purtroppo alcune persone sbandierano la loro verità ai quattro venti, pretendono di averla trovata in fantastiche proiezioni della psiche, nelle curiosità di varie religioni, negli inferni e paradisi, nella reincarnazione e nel materialismo ateo, perché essi amano il mistero e non la verità…. Ed in verità a che servono queste “verità” fasulle, ignorando la vita del giorno per giorno, del qui ed ora, se non per speculare sull’immaginario del credere? Nel credere restiamo in perenne apnea….

Per sperimentare la verità di vita basta stare nella spontaneità del respiro… senza decidere in anticipo quando inspirare e quando espirare….

Paolo D’Arpini

2 pensieri su “L’inganno del “credere”

  1. Precisazione – …Per quanto riguarda la crescita spirituale e la Realizzazione del Sé i maestri ci sono di aiuto, essi indicano la strada e provvedono -sulla base delle nostre necessità evolutive e del nostro karma- a rimuovere gli ostacoli che si frappongono sul cammino. Ma il lavoro del cercatore è necessario, poiché la realizzazione non può essergli data ma deve sortire di per sé al suo interno. Questo lavoro è una condizione indispensabile, anche se dal punto di vista finale dell’assoluto non c’è mai un momento in cui il Sé non sia presente… e lo stesso Ramana Maharshi dichiarava: “un giorno riderai dei tuoi stessi sforzi per ottenere quel che già sei…”…”

  2. Oggi mi sono recato a Petriolo, un posto in provincia di Siena, dove scorre acqua sulfurea molto calda e dove vado per tenere a bada la mia pressione arteriosa…. ho incontrato una persona che la scorsa settimana ho aiutato a soccorrere la moglie che ha avuto una lipotimia ( un calo repentino di pressione ), gli ho chiesto come stava lei e mi ha detto che per la moglie è quasi normale avere questi episodi, era già la terza volta che gli accadono… Parlando è venuto fuori che la moglie ( Albanese come lui ) è stata sottoposta in Albania ad un intervento chirurgico allo stomaco circa dieci anni fa. Qualche anno dopo il marito, è venuta in Italia anche lei, nel corso di una visita con delle radiografie il medico si è accorto che gli mancava un rene; ha chiesto al marito se la moglie avesse fatto una donazione e lui gli ha detto di no. Quindi alla moglie gli è stato fregato un rene a sua insaputa da un “chirurgo albanese” senza scrupoli che poi se lo è rivenduto sembra in America.

    Non è finita qui, qualche anno prima la sorella di questa donna è stata operata, sempre in Albania e sempre dallo stesso chirurgo, per un parto cesareo gemellare e , anche in questo caso è sparito un rene… Fortunatamente questo chirurgo è stato arrestato e condannato a 25 anni di galera in Albania. E’ stato poi sorpreso in aeroporto con una valigetta attrezzata per il trasporto di organi e con 500.000 dollari in contanti. Probabilmente qualcuno lo avrà denunciato… mi sono rivolto all’amico chiedendogli: perché non lo denunciate? Mi ha risposto che dopo 11 anni probabilmente non gli avrebbero fatto nulla e che comunque 25 anni di galera li stava scontando..

    Altro che giuramento di Ippocrate, quando sei nella condizione di doverti affidare totalmente ad un’altra persona, per la salute, possono accadere cose terribili come queste. Oltre alla vile violenza che queste donne hanno dovuto subire, adesso devono anche sopportarne le conseguenze, come i cali repentini di pressione ed altro.

    Ho voluto scrivere questi fatti perché è bene si sappia ciò che accade nel mondo dove c’è di mezzo la salute.

    Ciao

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