Ricorre tra pochi giorni (il 16 gennaio 2016) il venticinquesimo anniversario dell’inizio della prima guerra del Golfo.
In questo quarto di secolo gli orrori si sono succeduti agli orrori: in una escalation che ricorda quella che dall’orrore della Grande Guerra di un secolo fa porto’ ai totalitarismi ed ai genocidi fino all’immane ecatombe della seconda guerra mondiale; in una escalation che oggi dispone di ordigni tali, ed in quantita’ tale, da poter distruggere la civilta’ umana e contaminare irreversibilmente la biosfera.
Occorre avviare al piu’ presto il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, occorre costruire al piu’ presto la pace con mezzi di pace, prima che guerra e terrore estinguano la civilta’ umana.
Ed occorre assumere la piena consapevolezza che occorre ad un tempo opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni (mai dimenticando che l’oppressione maschilista e’ la prima radice e il primo modello di tutte le altre oppressioni e violenze); la piena consapevolezza che vi e’ una sola umanita’ in un unico mondo vivente casa comune dell’umanita’ intera; la piena consapevolezza che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita’, alla solidarieta’; la piena consapevolezza che il primo dovere e’ salvare le vite.
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In questo momento nulla e’ piu’ urgente che fermare l’escalation bellica e terroristica.
E per fermarla occorre agire a diversi livelli:
– soccorrere, accogliere ed assistere tutte le vittime della fame e delle guerre, delle dittature e della schiavitu’;
– far cessare le guerre in corso, e a tal fine occorre in primo luogo il disarmo a tutti i livelli, cominciando col proibire ovunque e a chiunque la produzione, il commercio e il possesso di armi; in secondo luogo la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle istituzioni, delle culture, delle societa’; in terzo luogo la realizzazione di processi di dialogo e di riconciliazione, di democratizzazione delle relazioni, di promozione del rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
– contrastare il terrorismo e tutti i poteri criminali con la forza della legalita’ che salva le vite, della democrazia che estingue la violenza; della solidarieta’ che abolisce la disperazione, della civilta’ che tutti gli esseri umani unisce in una comune condivisione, corresponsabilita’ e convivenza, dell’umanita’ che nessun essere umano abbandona al dolore e alla morte;
– difendere la biosfera dalla catastrofe provocata da scelte di sviluppo dissennate e insostenibili che occorre immediatamente correggere, fermare o invertire;
– promuovere buone pratiche sociali e culturali che in una prassi concreta e coerente formino alla coscienza dei comuni diritti e doveri, all’impegno comune per il bene comune;
– uscire dalla politica della violenza ed avviare la politica della nonviolenza.
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In questa situazione, in questo orizzonte, proponiamo a tutte le persone di volonta’ buona una iniziativa nonviolenta con un obiettivo immediato: persuadere il governo italiano a recedere dall’insensata, immorale e illegale decisione di inviare centinaia di soldati alla diga di Mosul.
Quella scelta governativa e’ infatti del tutto irrazionale e del tutto inammissibile e puo’ avere esiti tragici.
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A tutte le persone di volonta’ buona chiediamo in particolare:
a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;
b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d’informazione ad impegnarsi al medesimo fine;
c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;
d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita’ e della dignita’ umana di tutti gli interlocutori;
e) di essere sempre assolutamente chiari nell’opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.
Il “Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul”.
Per ulteriori informazioni: “Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul”, presso il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: comitatononviolento@gmail.com; comitatononviolento@outlook.it;comitato_nonviolento@libero.it